Search
 

Come fare storytelling aziendale se hai un piccolo Biz

Inizia a raccontare la storia nascosta dietro la tua piccola attività con consigli pratici e senza paura di sbagliare
come fare storytelling aziendale

Come fare storytelling aziendale se hai un piccolo Biz

Se lavori da freelance, hai un negozio o un altro piccolo Biz, ti sarà capitato di leggere spesso “fai storytelling” tra i tanti consigli di comunicazione che circolano online. Ok, ricevuto. Ma in soldoni, che significa fare storytelling aziendale se hai una piccola attività, fai tutto da solə (comunicazione inclusa) e non disponi di budget stratosferici da destinare alla creazione di campagne altrettanto stratosferiche come fanno Amazon, Ikea o Apple?

Cercheremo di rispondere in questo articolo a partire dalle basi. Questo perché lo storytelling è uno strumento potente ma, senza un’adeguata cornice, rischia di essere una parola di moda che riempie la bocca a vuoto. La cornice che abbiamo scelto è quella dei piccoli Biz con esigenze e risorse ben diverse dalle grandi aziende o dalle multinazionali. Ecco perché affronteremo l’argomento parlando di:

  • cos’è lo storytelling;
  • cosa non è lo storytelling;
  • cosa s’intende per storytelling aziendale;
  • come fare storytelling aziendale se hai una piccola attività;
  • gli errori da evitare;
  • il succo del discorso storytelling per piccoli Biz;
  • dove fare storytelling aziendale se hai un piccolo Biz.

Cos’è lo storytelling

Storytelling significa, nella traduzione letterale, raccontare una storia. È il gesto della narrazione che si ripete dai tempi dei tempi: dai poemi omerici ai grandi romanzi della letteratura ottocentesca, dagli spot più famosi alle serie tv che ti tengono incollatə alla sedia.

Ti sembrerà strano, eppure da Ulisse a Harry Potter è sempre la stessa storia, solo raccontata in maniera diversa. Tutto chiaro, ma mica tanto? Hai ragione: la confusione è legittima perché bisogna capire cos’è veramente una storia prima di comprendere a pieno il significato dello storytelling. Vediamo quindi di cosa parliamo quando parliamo di storie.

Potremmo dirti che una storia, per per essere davvero tale, deve avere dei personaggi, un antagonista, un oggetto magico, un mentore, e così via. Sarebbe tutto giusto ma mancherebbe l’elemento chiave: il conflitto (interiore, relazionale, con la società, con eventi straordinari), ovvero un problema da risolvere. È il conflitto a fare da motore della storia, a portarla avanti, a suscitare curiosità e immedesimazione. È il conflitto a far arrivare i protagonisti in situazioni diverse da quelle di partenza attraverso una serie di peripezie.

Detto in parole povere, se non c’è un conflitto a innescare un processo trasformativo, non c’è storia. Mentre “appena il conflitto tocca una storia, la sua capacità narrativa si moltiplica e nascono milioni di trame” dice Emiliano Amato, scrittore e docente della scuola Holden di Torino. Facciamo 2 esempi per capirci meglio:

  1. pensa che barba che noia, se nella Genesi ad Adamo ed Eva non fosse stato proibito di mangiare i frutti del più famoso melo del mondo serpente-munito. Non sarebbe successo nulla, sarebbero rimasti tranquilli e immortali nel giardino dell’Eden con ogni ben di Dio – nel vero senso del termine! – a disposizione;
  2. pensa a quanta empatia in meno avrebbe suscitato Paperino se non fosse stato così sfigato, irascibile e frustrato. Se tutto gli fosse andato bene come a suo cugino Gastone, non avremmo seguito le sue innumerevoli avventure e lo avremmo amato assai di meno.   

Adesso che sappiamo qual è l’elemento chiave di ogni storia, possiamo dire che lo storytelling è più della semplice narrazione: è l’atto di raccontare storie che parlano di tuttə noi, che ci coinvolgono e ci appassionano proprio perché toccano l’essenza del nostro essere umani. Ovvero, le nostre emozioni, la nostra imperfezione, la nostra fragilità, l’essere alle prese con una ricca e variegata serie di casini.

Ti sembra che tutto ciò abbia poco a che fare con la comunicazione della tua piccola attività? Ti sbagli e tra poco te lo dimostreremo. Nel frattempo, dato che abbiamo appena visto cos’è lo storytelling, vediamo anche di capire cosa non è.

Cosa non è lo storytelling

  • Un modo per infiocchettare un testo con fronzoli letterari o stilistici;
  • un mero esercizio creativo;
  • un’invenzione o una favola;
  • un elenco della spesa;
  • una banale descrizione;
  • una semplice spiegazione;
  • un’autobiografia (personale o aziendale che sia).

Cosa s’intende per storytelling aziendale

Lo storytelling aziendale, o corporate storytelling, prevede di applicare i principi della narrazione alla comunicazione di aziende o brand a diversi livelli. Per essere più precise, dato che ogni attività è composta da persone e prodotti/servizi, si tratta di raccontare cosa c’è dietro prodotti/servizi online e offline. 

Dove sta il grande potere dello storytelling aziendale? Sta nel fatto che aiuta a creare un collegamento emotivo tra l’azienda e il suo pubblico grazie a storie che parlano di valori, bisogni, passioni, desideri condivisi. Storie che toccano, divertono, ispirano, aiutano. Storie autentiche e riconoscibili nella loro autenticità. 

È importante perché il marketing è sempre più emozionale e le persone scelgono prodotti/servizi in base a quello che li rispecchia o li coinvolge di più. D’altro canto, le aziende che usano bene lo storytelling hanno un’ulteriore possibilità per distinguersi dalla concorrenza dando valore a ciò che le rende diverse dalle altre. 

Ma allora basta iniziare a raccontare storie come se piovesse per avere una comunicazione efficace? Purtroppo no. Come ogni altra attività di comunicazione, anche lo storytelling aziendale ha bisogno di una strategia. Il che equivale a dire: senza sapere dove e a chi vuoi arrivare, rischi di perderti per strada.

Prima di lanciarti nel racconto della tua attività, quindi:

  • studia bene il tuo target: nell’articolo “target di riferimento, se lo conosci lo coinvolgi” ti spieghiamo come fare;
  • fissa degli obiettivi di comunicazione concreti e raggiungibili;
  • decidi dove vuoi fare storytelling, ovvero su quali canali di comunicazione;
  • definisci un piano operativo (chi fa cosa e quando);
  • a questo punto inizia a fare storytelling.

Questi passaggi valgono per le piccolissime imprese come per i marchi più famosi. Quello che cambia è la particolarità del contesto in cui si muovono e lavorano i piccoli Biz, con tante cose da dire ma risorse contenute da destinare alla comunicazione. Il domandone in sostanza è: se non puoi rivolgerti a dei creativi ipergalattici per dare vita a campagne di marketing fighissime, come puoi usare lo storytelling per promuovere la tua piccola attività sui tuoi canali di comunicazione? È arrivato il momento di rispondere con dei consigli pratici.

Come fare storytelling aziendale se hai una piccola attività

  • Pensa alla tua azienda come una persona con un carattere, dei valori e un suo linguaggio. Ti servirà per far storytelling in modo più coerente e riconoscibile. Non solo: ti aiuterà a rendere la tua impresa più vicina alle persone. Abbiamo parlato di questa associazione nel nostro articolo dedicato al tono di voce: se ti va puoi approfondire nella parte dedicata alla teoria degli archetipi di brand.
  • Raccontare una storia a puntate su più canali e in diversi formati: in base alle piattaforme che usi e al tuo calendario editoriale, avrai l’opportunità di raccontare diversi episodi, oppure di raccontare lo stesso episodio in maniera differente (il tuo “chi sono/siamo”, per esempio, potrà stare su una pagina del tuo sito ma comparire anche in più micro-narrazioni dei tuoi social attraverso singoli post). Non occorre, quindi, dire tutto e subito né creare dei testi clone. Varia il testo in base al canale di comunicazione e al suo obiettivo. Volendo, potrai anche ricorrere anche ai cosiddetti cliffhanger: i ganci che nelle serie tv ti fanno venir voglia di vedere cosa succederà nella puntata successiva. Oppure potrai rimandare da una piattaforma all’altra grazie all’uso dei link. L’importante è che alla base ci sia sempre una strategia a fare da collante. 
  • Non iniziare dal “c’era una volta”: le storie più efficaci sono quelle che iniziano in medias res (nel pieno dell’azione o del contesto) perché coinvolgono subito il lettore nella vicenda. Un esempio letterario illustre è l’incipit di La metamorfosi di Kafka: “Quando Gregor Samsa una mattina nel suo letto si svegliò da sonni inquieti, si ritrovò trasformato in un immane insetto” (Einaudi, 2014). Nessuno ti chiede di essere il Kafka della situazione: è un modo per dirti che conviene sempre non prenderla troppo alla larga e chiarire subito di cosa stai parlando. Vale per i testi del tuo sito, per gli articoli del tuo blog aziendale o per le didascalie di Instagram.
  • Tratta i tuoi prodotti/servizi come l’oggetto magico della tua storia, non come i protagonisti, perché saranno proprio i tuoi prodotti/servizi a permettere alle persone di risolvere il loro conflitto o problema. Cosa vuol dire? Lo spiega alla perfezione il cane protagonista dello spot 2023 “Eyes wide shut” di segugio.it: “Compagnia sbagliata? Vai su segugio.it, confronti le offerte delle compagnie assicurative e risparmi sulla polizza auto o moto”. La pubblicità gioca sul duplice significato della parola “compagnia” per catapultare i due adorabili protagonisti in una situazione un po’ imbarazzante. Risultato? Simpatia, coinvolgimento e messaggio che resta in testa per tornare in mente al momento opportuno. Come vedi, segugio.it è l’elemento magico che permette alle persone di risolvere il loro problema (conflitto): raccapezzarsi tra le tante compagnie assicurative e scegliere la più conveniente. Per riuscire a trasformare i tuoi prodotti/servizi in oggetti magici, vai oltre la semplice descrizione delle loro caratteristiche: racconta che problemi risolvono e come permettono alle persone di migliorare un aspetto (anche minimo) della loro vita. Nel far questo, connettiti sempre ai bisogni del tuo pubblico: è un passaggio fondamentale!
  • Svela il tuo dietro le quinte: la creazione di un prodotto o di un servizio; le origini dell’azienda; il percorso per arrivare a oggi; la scelta dei materiali o degli ingredienti; un certo approccio artigianale; le collaborazioni con i produttori di zona; le attività a sostegno di iniziative locali; l’organizzazione di eventi; gli aneddoti della quotidianità lavorativa tra alti e bassi; la differenza tra aspettative e realtà o tra il prima e il dopo. Il tuo Biz è una fucina di piccole storie che possono rivestire un grande valore per il tuo pubblico: individuale e raccontale con coerenza. 
  • Sostituisci le frasi fatte con delle micro-narrazioni composte da parole concrete e vivide: abbiamo da poco pubblicato un reel su questo argomento che ci sta tanto a cuore. La didascalia recita più o meno così: se vuoi dare valore al tuo lavoro, stai alla larga da espressioni tipo “prodotto innovativo” o “soluzioni a ogni problema”. Hai l’opportunità di scegliere le parole per mostrare in cosa il tuo prodotto è diverso dagli altri o in che modo puoi rispondere con tutti i crismi alle necessità dei tuoi clienti. La vuoi davvero sprecare sui testi del tuo sito o dei tuoi social? Pensiamo di no, per questo ti esortiamo a esercitarti nella tecnica dello show, don’t tell di cui Hemingway era il maestro. Per riuscirci, guarda questo video di Zandegù: chiaro e lampante!
  • Dai un volto umano al tuo Biz: non di soli prodotti/servizi è fatta la tua piccola attività. Ci sei tu, chi collabora con te o chi lavora al tuo fianco. Presenta il prezioso capitale umano della tua impresa nei dietro le quinte, nei diversi ruoli, nei momenti di difficoltà o nei traguardi raggiunti insieme. Fanno parte di questo aspetto anche le recensioni dei clienti: un ottimo modo per fare storytelling in maniera indiretta andando ad aumentare la tua autevolezza. Occhio solo a non commettere uno dei seguenti errori…

Gli errori da evitare

  • Essere autocelebrativə o autoreferenzialə.
  • Puntare su tanti, troppi aneddoti.
  • Partire per la tangente delle divagazioni.
  • Voler dire tutto.
  • Fare la morale.
  • Farla troppo lunga.
  • Tenere il superfluo.
  • Complicare il messaggio.
  • Restare sul generico senza scendere nello specifico.
  • Essere poco chiarə.
  • Esagerare i concetti per cercare di renderli più significativi.
  • Non adattare il linguaggio al pubblico di riferimento.
  • Raccontare frottole.

Riassumendo: il succo del discorso storytelling per piccoli Biz

Prima di salutarti riassumiamo il succo del discorso su come fare storytelling aziendale per piccole attività con l’obiettivo di renderlo ancor più facile da digerire e da usare.

Siamo partite dal presupposto che i piccoli Biz sono realtà che funzionano in maniera ben diversa dalle grandi aziende e, per questo, hanno bisogno di consigli di marketing e comunicazione altrettanto diversi. Nel parlare dello storytelling, per esempio, abbiamo evitato di proposito il riferimento ai super-spot da millemila dollari (o euro) perché ci sembravano bellissimi ma poco significativi per chi ha a che fare con altre forme di narrazione e altre piattaforme. 

Significa che anche se la tua attività non si chiama Nike e non compari in tv all’ora di punta con uno spot memorabile, puoi fare storytelling aziendale sui tuoi canali di comunicazione a piccoli passi, prendendo spunto da diverse componenti delle narrazioni ben riuscite. Per esempio, puoi:

  • scegliere le parole adatte a per fa sì che i tuoi testi suscitino emozioni e immagini nelle persone diventando molto più incisivi;
  • rifarti al concetto di conflitto per chiarire i problemi risolti dai tuoi prodotti/servizi (dove la parola “problemi” sta per bisogni, desideri, aspettative e così via); 
  • svelare il dietro le quinte della tua attività; 
  • prendere spunto dalla serialità per creare una storia coerente, ma “a puntate” e con rimandi interni, sui tuoi canali di comunicazione;
  • dare un volto umano alla tua azienda raccontando delle persone che la compongono;
  • dimostrare costante attenzione per il tuo target
  • creare messaggi chiari e specifici.

Ora va assai di moda dire “tu sei storytelling”: siamo d’accordo? Sì e no. Sì perché ogni dettaglio e ogni scelta del tuo lavoro ha un enorme potenziale da raccontare. No perché il rischio è di dar vita a delle narrazioni di stampo personalistico o autoreferenziale,  slegate dalle logiche della comunicazione professionale che richiede sempre un approccio strategico. Un po’ come a dire: non basta mostrare il tuo cane in ufficio o in negozio per fare storytelling aziendale! Ma bando alle ciance per venire a un ultimo dettaglio concreto.

Dove fare storytelling aziendale se hai un piccolo Biz 

  • Sul tuo sito: dalla pagina About alle schede prodotto, passando per le singole Sales page, hai l’opportunità di raccontare come puoi essere utile per le persone con chiarezza e parole vivide.
  • Sul tuo blog aziendale: qui puoi raccontare storie più lunghe e articolate andando incontro ai bisogni e alle ricerche dei tuoi potenziali clienti.
  • Sui tuoi social: Facebook, Instagram, TikTok, addirittura LinkedIn, sono il regno delle storie in veste di micro-narrazioni e delle iper-narrazioni. Ma ogni piattaforma ha le sue caratteristiche. LinkedIn, per esempio, è il territorio delle storie dal taglio professionale, mentre Instagram gioca sul confine tra coinvolgimento, interazione e divertimento. A te la scelta!
  • Nella newsletter: qui potrai entrare in contatto più diretto con chi si è iscrittə, avere un tono più confidenziale volto anche alla fidelizzazione. 

Ricorda che non occorre essere “in tutti i luoghi e in tutti i laghi”. Scegli i canali più utili al tuo Biz per usarli con coerenza, costanza e strategia. 

Abbiamo detto tutto per il momento. Aggiungiamo solo che se pensi di aver bisogno di aiuto lato scrittura per raccontare online la tua piccola attività, puoi contare su di noi: prenota una call gratuita di 30 minuti o scrivi a info@progettopuntoevirgola.it. Sarà un piacere conoscerti e capire come poterti essere di supporto. Alla prossima,

Martha e Paola