Scrivere le didascalie di Instagram a puntino
Dopo aver parlato della Bio di Instagram, oggi torniamo a bomba sul social diretto da Adam Mosseri per trattare di un altro argomento scribacchino e spinoso: le didascalie dei post di IG. Ma prima di cominciare, dicci se ti riconosci in una di queste situazioni.
“Oh finalmente! Che bella foto che m’è venuta: è proprio instagrammabile, ma adesso che ci scrivo?” 😱 “Sul calendario editoriale ho segnato 4 post a settimana: oddio, ma che racconto?” 😬 “Avrò scritto troppo? Avrò scritto troppo poco?” 😖 “E gli hashtag: se ne metto di più, mi vedono di più?” 🤔
Insomma, se al pensiero di scrivere le didascalie di Instagram ti viene il panico o più dubbi di Amleto, è il momento di prendere confidenza con questi testi. Come? Così: scoprirai di che si tratta, gli errori più comuni da evitare e le buone pratiche da seguire per affrontare le temute caption con meno paura. Che ne dici: iniziamo?
Carta d’identità delle didascalie di IG
- Nome: didascalia o caption.
- In parole povere: il testo che sta sotto le foto di Instagram.
- Lunghezza: da 0 a 2200 caratteri spazi inclusi.
- Preview: 125 caratteri spazi inclusi.
- In altre parole: mentre scorri la tua home, il tuo feed o quello di qualcun altrə, puoi vedere un’anteprima di due o tre righe di testo seguita dai puntini di sospensione […]. Per leggere l’intera didascalia devi cliccare su “altro”. Vale anche per i tuoi follower: da ricordare!
- Funzione: le didascalie di Instagram possono servire per dare informazioni utili sui tuoi prodotti o servizi, per incuriosire, condividere esperienze e consigli utili, suscitare scambi di idee, coltivare il rapporto con il tuo pubblico, rimandare ai contenuti del tuo blog e del tuo sito.
- Hashtag: puoi inserirne 30 al massimo, ma meglio non metterli tutti e 30. Tra poco ti sveleremo il perché.
Come scrivere le didascalie di Instagram
Gli errori più comuni da evitare
- Scrivere “didascalie-muro”: hai presente quei bei blocchi di testo senza una boccata di respiro né uno spazio bianco nel raggio di km? Ecco, questa è la prima cosa dalla quale stare alla larga.
- Scrivere didascalie “da volantino sconti” tipo “fantastica felpa unisex con cappuccio” o “cuscino di cotone con gala” o “zaino porta PC 16 pollici”. Didascalie del genere sono piatte, fredde e assai anonime: allontanano il lettore invece di incoraggiarlo a scoprire di più o a continuare a seguirti.
- Abusare di parole trite e ritrite o di termini tecnici: l’effetto di questa operazione è simile a quello che abbiamo appena detto. Quindi, escludi espressioni tipo “leader di settore” o “prodotto innovativo” ed evita un linguaggio da addetti ai lavori.
- Fare copia-incolla: oltre a essere eticamente scorretto è pure inutile perché non lascia emergere la personalità del tuo business né tanto meno le caratteristiche dei tuoi prodotti o servizi.
- Inserire i link nelle didascalie: anche questo è inefficace perché i link delle didascalie non sono cliccabili e non permettono di aprire la pagina web di destinazione. Ricordati che, su Instagram, l’unico posto in cui è possibile inserire un link attivo è il cosiddetto link in bio: il campo destinato a un indirizzo web che trovi tra il Nome utente e la Biografia.
- Spingere sempre e solo all’acquisto: va bene che le CTA (Call To Action) sono importanti e lo vedremo tra poco, ma i testi dei tuoi post di Instagram non possono diventare tutti un “acquista” qui o “clicca” là. Così rischi di trasformare il tuo feed in uno spazio televendita: allerta noia molto alta!
- Mettere emoticon come se piovesse: meglio pochi emoji ma buoni altrimenti la lettura diventa faticosa e il testo poco credibile. Da capire anche se le emoticon siano coerenti con il tuo tono di voce. Se così non fosse, perché utilizzarle?
- Usare troppi hashtag: Instagram permette di inserirne un massimo di 30 a post, ma siamo sicuri che servano davvero tutti? Dato che gli hashtag svolgono il ruolo di parole chiave, è utile scegliere quelli più in linea con la tua attività e con l’argomento del tuo post escludendo gli hashtag troppo generici o lontani dal tuo business. Diciamo che viaggiare intorno ai 10-11 hashtag per post, può essere un buon compromesso.
10 buone pratiche da seguire
- Non improvvisare: pianifica i tuoi post in anticipo e crea un calendario editoriale a misura del tuo business. In particolare, se sei liberə professionista e ti occupi della tua comunicazione da solə, cerca di non strafare e di capire quanti post riesci a pubblicare nell’arco di una settimana. Ti aiuterà a ottimizzare le energie e le risorse.
- Chiarisciti le idee prima di scrivere: di cosa vuoi parlare? Che obiettivo ha il tuo post? È in linea con il resto della comunicazione della tua attività? Rispondere a queste semplici domande ti servirà per rendere le tue didascalie più efficaci e andare drittə al punto.
- Inizia con una frase d’impatto: ricordi quando abbiamo detto che mentre scorri la tua home, il tuo feed o quello di qualcun altrə, puoi vedere solo un’anteprima delle didascalie di due o tre righe di testo? Bene: in quelle 2 o 3 righe si gioca la possibilità di attirare l’attenzione del lettore. Ecco perché è così importante curare l’incipit dei tuoi post: chi ben comincia è già a metà dell’opera e, per farlo, puoi anche creare dei veri e propri titoli ed evidenziarli con l’uso di parentesi o caratteri diversi.
- Parla al tuo pubblico: scrivi didascalie in linea con i desideri, i bisogni e il linguaggio del tuo target. Anche nel caso di post promozionali, mirati a vendere uno dei tuoi prodotti o servizi, non limitarti a una descrizione fredda e impersonale: meglio far emergere i vantaggi che quel prodotto o servizio porterà nella vita di chi lo acquisterà.
- Usa un tono di voce riconoscibile e coerente: sei un avvocato esperto di diritto tributario? Usare un tono di voce ironico potrebbe non rivelarsi la scelta giusta mentre permettere alle persone di capire di cosa stai parlando le potrebbe avvicinare e fidelizzare. La scelta del tono di voce non è mai banale e va di pari passo con la personalità del tuo business. Mantenere una coerenza, quindi, può essere un primo passo utile a trasmettere un’idea veritiera di chi sei e cosa fai.
- Organizza bene il testo, dividilo in paragrafi e crea degli elenchi puntati: gli occhietti dei tuoi lettori ti ringrazieranno!
- Cita sempre la fonte se riporti contenuti di terzi e ricorda che la legge sul diritto d’autore vieta il copia-incolla di opere creative e originali.
- Sii precisə: scegli con cura le parole che usi, togli il superfluo, gioca coi sinonimi e con le mille sfumature del nostro vocabolario per entrare nei particolari di quello che vuoi trattare. Se il tuo prodotto rappresenti davvero qualcosa di nuovo, spiega il perché, che problemi risolve, che desideri esaudisce: molto meglio di definirlo “prodotto innovativo” e stop.
- Usa le CTA: le Call To Action o “chiamate all’azione” invitano chi legge a fare qualcosa e possono rivelarsi utili ad aumentare il coinvolgimento dei tuoi post. “Clicca sul link in bio”, “Dimmi la tua”, “Salva il post per ritrovarlo ogni volta che vorrai” sono solo alcuni esempi ma le possibilità sono infinite! Quindi libera la tua creatività, non abusare di inviti all’acquisto e crea delle CTA chiare, specifiche ed empatiche.
- Alterna didascalie corte a didascalie lunghe: è un modo per testare quello che funziona di più per l’account Instagram della tua attività. Una lunghezza perfetta non esiste e, col tempo, si è assistito a un progressivo allungamento delle didascalie tanto che in alcuni casi si parla addirittura di micro blogging. Cosa è più giusto per te? Dipende, e il modo migliore per scoprirlo è scrivere, scrivere, scrivere.
Scrivere le didascalie di Instagram: 3 categorie di contenuti su cui giocare
Se dopo aver letto la sfilza dei nostri consigli, ti senti ancora a corto di idee e ti domandi “sì, ma ora cosa posto?”, ti suggeriamo di giocare su queste 3 tipologie di contenuti nelle tue didascalie:
- utili come i tutorial, le guide, i glossari, le ricette o le risposte alle domande frequenti;
- coinvolgenti come i sondaggi, i dietro le quinte, i post ironici o i racconti;
- promozionali come quelli che invitano all’acquisto di un prodotto o servizio o che propongono uno sconto.
Le combinazioni sono moltissime e la sintesi perfetta di questo concetto la trovi espressa nel Reel “3 tipi di contenuti per Instagram” della nostra Insta-prof preferita: Marta Pavia, aka Zuccaviolina.
Che ne dici? Adesso la parola “didascalia” ti fa tremare un po’ meno i polsi? Speriamo di sì! Nel caso avessi bisogno di noi, contattaci per una consulenza: sarà un piacere conoscerti e aiutarti!
Grazie per aver letto fin qui e alla prossima,
Martha e Paola