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Snippet di Google: cos’è e come ottimizzarlo per la SEO

Fatti contagiare dalla snippet-mania: scopri i suoi segreti e allenati a indicizzare meglio il tuo sito con la SEO on-page

Snippet di Google: cos’è e come ottimizzarlo per la SEO

Dopo il nostro articolo dedicato alla content strategy estiva, torniamo a parlare di SEO con lo snippet di Google: ne hai mai sentito parlare? Se la tua risposta è “snip-che?” forse merita approfondire la questione. Lo snippet è un piccolo dettaglio che riveste una grande importanza per l’attività SEO on-page di qualunque sito. Sì hai capito bene, anche del tuo sito. Ecco perché oggi ci dedicheremo ad approfondire questo tema. 

In particolare parleremo di: 

  • cos’è lo snippet; 
  • che differenza c’è con il featured snippet; 
    • 6 tipi di featured snippet; 
  • quanti altri tipi di snippet ci sono;
  • snippet e posizionamento;
  • come scrivere e ottimizzare lo snippet;
    • URL;
    • meta title;
    • meta description;
  • plugin SEO utili;
  • snippet tool utili.

Prontə per la snippet-mania? Allora iniziamo!

Cos’è lo snippet

Il vocabolo inglese snippet significa ritaglio o frammento. Non è quindi un caso che nella SEO (Search Engine Optimization, ottimizzazione per il motore di ricerca) questo termine indichi il breve estratto di una pagina web che compare nei risultati di ricerca. Da qui, la sua importanza dato che rappresenta la porta di accesso al tuo sito o blog. 

In altre parole: ogni volta che un utente cerca qualcosa su Google, la SERP (Search Engine Result Page) restituisce una lista di snippet corrispondenti all’intento di ricerca. L’ordine in cui compaiono rappresenta il grado di pertinenza tra il contenuto web e la chiave di ricerca in base ai fattori di ranking stabiliti da Google. 

Più uno snippet è in alto, più risponde in maniera adeguata a quello che l’utente ha googlato. Ecco perché gli snippet in pole position sono i più cliccati e anche i più ambiti per portare traffico profilato al sito o al blog. Ma per capire ancora meglio di cosa stiamo parlando, facciamo un esempio. Cerchiamo su Google “come preparare la panzanella” ed ecco i primi 3 snippet in SERP.

esempio dei primi 3 snippet in SERP

Vediamo così che ogni snippet di Google ha un formato standard composto da 3 elementi:

  • URL (Uniform Resource Locator): è il link o l’indirizzo web di una pagina, il famoso www… che trovi accanto alla favicon del sito (la piccola icona associata a una specifica pagina web);
  • meta title o title tag: è il titolo SEO della pagina web in questione (di colore blu prima di essere cliccato, di colore viola dopo essere stato cliccato); 
  • meta descrizione: è il breve testo che descrive il contenuto della pagina in modo che il motore di ricerca e le persone capiscano cosa troveranno cliccando sul link.

Su ognuno di questi tre elementi torneremo in seguito per capire come ottimizzare a puntino lo snippet. Nel frattempo, capiamo con quanti generi di snippet abbiamo a che fare. 

Che differenza c’è tra snippet e featured snippet

Sai che prima della 1° posizione su Google c’è la posizione zero? È quella occupata dai cosiddetti featured snippet o snippet in primo piano: risultati organici che Google mette in evidenza ponendoli nella parte superiore della SERP o all’interno di un gruppo di domande correlate (note anche come “Le persone hanno chiesto anche”). Ma perché Mr G. li mette proprio lì: cosa hanno di tanto speciale?

A rendere speciali i featured snippet è il fatto che rappresentano la risposta più azzeccata, immediata e soddisfacente alla ricerca dell’utente al punto che non rendere strettamente necessario cliccare sul link di approfondimento: l’utente, teoricamente, trova già nello snippet quello che sta cercando.  

La differenza si riconosce anche al primo colpo d’occhio perché il loro formato è invertito rispetto a quello degli altri snippet: prima il testo, poi la URL e infine il tag title. Facciamo l’esempio di chiedere a Google “cosa sono le parole chiave coda lunga” ed ecco il featured snippet che ci restituisce la pagina dei risultati. 

esempio di featured snippet
Rispetto all’esempio precedente, notiamo che il testo all’inizio non è quello della meta descrizione bensì un contenuto più lungo e dettagliato estratto dal blog di Ahrefs. È quello che Google ha scelto come migliore risposta alla nostra domanda in forma sintetica. Se vogliamo approfondire possiamo farlo, sennò ci possiamo anche fermare qui. 

Immaginiamo che a questo punto tu stia rimuginando: “ora voglio capire come finire tra i featured snippet col mio blog”. Ecco, qui subentra un grosso limite perché i featured snippet derivano dall’algoritmo di Google, ossia da una selezione automatica che vaglia il miglior risultato in base alla ricerca dell’utente. Da qui si capisce anche perché la loro posizione sia del tutto temporanea. 

Non esiste una ricetta che assicuri di ottenere uno snippet in primo piano se non quella di individuare con precisione l’intento di ricerca dell’utente e di rispondere a tale intento con un contenuto in grado di trattare e approfondire il tema nel miglior modo possibile. Oltre ai consigli che ti daremo a breve, su questo punto potrebbe esserti utile il nostro articolo dedicato alla carta d’identità di un blog post scritto bene

Aggiungiamo solo due dettagli tratti da un’analisi di Semrush:

  1. “gli studi confermano che la maggior parte degli snippet in primo piano sono attivati da parole chiave long-tail”: ossia da parole chiave coda lunga che specificano e circoscrivono l’interno di ricerca. Per esempio non solo “snippet” ma “cos’è lo snippet”;
  2. “per apparire in posizione zero, l’articolo dovrà essere completo, fluente ed esauriente andando a toccare anche diverse domande correlate con quella principale”. Come a dire: è importante scrivere sulla base di uno schema mirato a trattare per bene il tema scelto in funzione di cosa cercano le persone in rete. Ecco perché è sempre utile tenere presente il box di Google dedicato alle domande correlate (“Le persone hanno chiesto anche”) e rifarsi a strumenti come Ubersuggest, Seozoom o Answer the public.

6 diversi tipi di featured snippet

Ebbene sì, anche i featured snippet non sono tutti uguali e possiamo raggrupparli in 6 diverse tipologie: 

  • paragrafo: snippet che estrapolano da un sito la parte di testo considerata la miglior risposta alla ricerca dell’utente presentandola in un paragrafo (come nell’esempio sulle parole chiave coda lunga);
  • elenco puntato: snippet in cui il testo assume la forma di una lista in ordine non gerarchico; 
  • elenco numerato: snippet lista con una precisa gerarchia di informazioni (molto utile nei casi in cui è necessario fornire all’utente una serie di istruzioni da seguire); 
  • tabella: snippet che organizzano una serie di dati inerenti alla ricerca dell’utente in uno specchietto riassuntivo per renderli subito fruibili. Cerca su Google “misure delle tovaglie” e ne troverai uno, per esempio;
  • video: snippet che propongono un contenuto video come miglior risposta alla ricerca dell’utente. Vedi il caso di “come annodare la cravatta” o “come cambiare la guarnizione del frigorifero”; 
  • due per uno: snippet in cui Google abbina un testo preso da un sito a una componente grafica o fotografica presa da un altro sito.

Quanti altri tipi di snippet esistono 

Oltre agli snippet standard e ai featured snippet, Google organizza i risultati di ricerca in SERP anche tramite:

  • rich snippet: snippet arricchiti da informazioni aggiuntive oltre a URL, meta title e meta descrizione (recensioni, prodotti o servizi, ecc.);
  • rich result: risultati con una visualizzazione arricchita da elementi che Google estrapola dai cosiddetti dati strutturati di un sito. È il caso di quando visualizzi sotto allo snippet delle voci aggiuntive cliccabili che rimandano a singole sezioni di un sito web;
  • SERP features: elementi presenti nella pagina dei risultati di ricerca non riconducibili al classico snippet, come gli annunci a pagamento, il knowledge panel (scheda informativa relativa a persone, luoghi, organizzazioni) o il box delle news. 

Snippet e posizionamento

Benché l’algoritmo di Google decida in maniera del tutto automatica la rilevanza e l’ordine degli snippet da presentare nella pagina dei risultati di ricerca, i diversi elementi dello snippet possono contribuire alla SEO on-page (o SEO on-site) del tuo sito o blog.

In pratica, tra l’insieme di attività che influenzano la portata organica dei singoli contenuti di pagine e articoli web rientra anche l’ottimizzazione dello snippet nei vari elementi che lo compongono. È un modo per indicare a Google quali contenuti rilevare e come farli apparire in SERP. Vediamo come fare.

Come scrivere e ottimizzare lo snippet 

Per scrivere e ottimizzare a puntino lo snippet, occorre curare i diversi elementi che lo compongono. Analizziamoli uno per uno.

URL 

È l’acronimo di Uniform Resource Locator (localizzatore uniforme di risorse) e detto così potrebbe anche sembrare arabo… Invece è semplice perché l’URL non è altro che l’indirizzo internet di una pagina o di un file web (immagine, documento, pdf ecc.): una stringa di caratteri che identifica un preciso contenuto nel mare magnum del web. 

In particolare, la struttura dell’URL è composta da: 

  • il protocollo: http:// o https:// è la parte iniziale dell’URL e quello che le permette di funzionare perché mette in comunicazione il server del tuo sito con il browser di navigazione utilizzato dall’utente;
  • il nome del dominio: è la parte centrale dell’URL che identifica un singolo sito web. Nel nostro caso www.progettopuntoevirgola.it ;
  • il path (o slug): è la parte finale dell’URL, quella che indica la pagina o il file di destinazione. Non a caso, path significa percorso proprio perché porta a una risorsa specifica di un sito web. È questa la porzione di URL che puoi modificare in base ai suggerimenti che ti daremo tra poco.  

Quando gli spider di Google scansionano la gigantesca rete di internet, esaminano anche l’URL delle pagine dei siti web tra i fattori che influenzano il posizionamento sui motori di ricerca. Ecco perché è importante adottare URL SEO friendly e parlanti, ossia ottimizzate lato SEO e capaci di descrivere con precisione il contenuto della pagina associata. 

Scopriamo come riuscirci grazie alle principali linee guida per URL ottimizzate o, come preferiamo dire noi, URL da urlo:

  • crea URL brevi e compatte (massimo 5 parole);
  • inserisci 1 o 2 parole chiave;
  • anticipa l’argomento del contenuto in modo chiaro; 
  • elimina le stop word (congiunzioni, preposizioni, articoli);
  • usa-i-trattini-per-separare-le-parole;
  • evita i caratteri maiuscoli;
  • non inserire le date;
  • tieni alla larga elementi superflui, generici o sfilze di caratteri astrusi (es. tuosito.it/dir/290/pr/x/pagina.php).

Se decidi di cambiare URL di una pagina web, ricordati di reindirizzare la vecchia pagina a quella nuova tramite la procedura nota come redirect 301. Altrimenti chi atterra sull’URL precedente visualizza un messaggio di errore e tu perdi preziosi visitatori: meglio evitare e chiedere aiuto al tuo webmaster di fiducia. 

Meta title 

Passiamo al secondo elemento dello snippet sul quale merita concentrare la tua attenzione per far contento Google: il meta title, noto anche come title tag, page title o titolo SEO. Prima di tutto, guai a scambiarlo per il vero e proprio titolo della tua pagina o del tuo articolo: quello è l’H1. Il meta title è assai diverso e ha delle grosse potenzialità.

Prima di tutto rientra tra i fattori di ranking di Google. Secondariamente è un elemento in parte nascosto, in parte evidente: non appare nel contenuto della tua pagina o del tuo articolo ma è visibile nei risultati della SERP e nel browser che usi per navigare su internet. Ecco un esempio tratto dal nostro sito per capire meglio di cosa stiamo parlando.

seo on-page tag title esempio visualizzazione

Adesso che è tutto chiaro, ecco una serie di buone pratiche per ottimizzare i tuoi meta title:

  • crea dei title tag concisi (massimo 60/70 caratteri spazi inclusi);
  • fai in modo che siano esplicativi e coerenti con il contenuto della pagina;
  • includi la parola chiave principale;
  • posiziona la parola chiave all’inizio del titolo, ovvero il più possibile a sinistra;
  • inserisci sempre il nome del tuo Biz a destra (separato dal resto del titolo dal simbolo del trattino o della linea verticale);
  • nell’URL della Home, metti in evidenza il tuo Biz e lasciarlo a sinistra.

Meta description 

Ed eccoci al terzo e ultimo elemento dello snippet di cui prenderti cura: la meta descrizione, il breve testo che funziona da esposizione sintetica del contenuto di una pagina web nella pagina dei risultati di ricerca. 

Come il meta title, anche la meta description è un metadato che trovi solo nel codice HTML. A differenza del meta title, però, non rappresenta un fattore di posizionamento ma può aumentare il CTR (Click Through Rate), ovvero la percentuale di click sui risultati. Vuol dire che se curerai la meta description delle tue pagine web, avrai più possibilità di aumentare le conversioni (le azioni compiute dagli utenti sul tuo sito) andando a migliorare il tuo posizionamento organico in modo indiretto. Bello no?

Ecco allora alcuni consigli per scrivere una buona meta description:

  • scrivi un testo della lunghezza di 130/150 caratteri spazi inclusi;
  • incuriosisci senza spoilerare troppo per far venir voglia di approfondire la questione;
  • esprimi un vantaggio o un beneficio per l’utente;
  • connettiti alle emozioni e ai bisogni del tuo target; 
  • inserisci la parola chiave senza forzature;
  • aggiungi una CTA (Call To Action) alla fine in modo da esortare l’utente a contattarti, scoprire di più, acquistare dal sito, approfittare di una promozione e così via; 
  • verifica l’anteprima su dispositivi fissi e mobili prima di pubblicare. 

Plugin SEO utili 

Fin qui siamo andate lisce come l’olio con lo snippet (ce lo auguriamo, almeno!), ma potrebbe sorgerti la domanda spontanea: se gli elementi che compongono snippet stanno nel codice, come faccio a ottimizzarli senza essere espertə di informatica?  

Ottima domanda! Se hai un sito su WordPress, puoi utilizzare il plugin Yoast SEO per  lavorare sulla frase chiave, sui 3 elementi dello snippet e sull’immagine in evidenza. Lo usiamo anche noi e ti spieghiamo come funziona nell’articolo Ottimizzazione on-page con Yoast SEO.

Ma esistono tanti altri plugin WordPress utili per la SEO, come:

Non resta che scegliere quello che fa per te ed esercitarti nella snippet-mania!

Snippet tool utili 

Oltre ai plugin, puoi utilizzare anche degli strumenti che ti permettono di visualizzare in anteprima lo snippet della tua pagina web simulando la sua presentazione nella SERP per andare ottimizzarlo. Eccone 3:

E con i tool per testare la riuscita del tuo snippet, eccoci arrivate alla fine di questo articolo. Speriamo che sia tutto chiaro ma se ci fosse bisogno, puoi contattarci o fissare una call gratuita di 30 minuti. Ti aspettiamo!

Intanto grazie per aver letto fin qui e alla prossima,

Martha e Paola