Basi di SEO on-page per ottimizzare una pagina web
Entreresti in un bel negozio se davanti all’ingresso ci fossero degli ostacoli? Immaginiamo di no. Lo stesso ragionamento vale per le pagine web: per facilitare la navigazione agli utenti e la scansione ai robot di Google, creare contenuti di qualità non è sufficiente. Per migliorare il posizionamento del tuo sito o blog, è necessario eliminare ogni inutile intralcio che possa impedire o rallentare la lettura dei tuoi contenuti.
Infatti, se da una parte gli algoritmi di Google, responsabili dell’indicizzazione sui motori di ricerca, esaminano i testi tramite analisi semantica, dall’altra non bisogna dimenticare che stiamo parlando di software automatici. Ecco perché, se non intervieni su determinati elementi rischi che i robot non li leggano e che i tuoi bei contenuti non ottengano i risultati sperati.
Continuiamo quindi la nostra raccolta di consigli per rafforzare la reputazione online soffermandoci su un punto accennato nell’articolo“Contenuti SEO in 8 mosse” : la SEO on-page. Oggi scopriamo di cosa si tratta e i suoi elementi principali.
Cos’è la SEO on-page?
Google usa oltre 200 fattori di ranking per stabilire l’ordine con cui presentare le pagine nei suoi risultati (SERP) in base alle ricerche degli utenti. Nel complesso questi fattori sono divisibili in due macro-categorie: fattori interni (on-site) e fattori esterni (off-site) al sito.
La SEO on-page o SEO on-site, è quell’insieme di attività da mettere in pratica per influenzare la portata organica dei singoli contenuti del tuo sito o blog. In pratica, attraverso specifici interventi comunichi a Google quali contenuti rilevare e suggerisci come farli apparire in SERP. Forte vero?
Come ottimizzare una pagina web
URL
Come nella vita reale ogni casa, negozio o ufficio ha un indirizzo, anche nel web ogni pagina ha una stringa che la identifica. Questa stringa è la URL (Uniform Resource Locator), per gli amici indirizzo internet. Le URL di un sito compaiono nella barra degli indirizzi e sono composte dal nome del dominio (www.nomedelsito.it) seguito dal simbolo “/” che precede tutte le altre pagine /nomedelsito.it/contatti.
Per facilitare il lavoro dei robot di Google, queste le principali linee guida per URL da urlo:
- usa 3-5 parole al massimo;
- rendile parlanti anticipando l’argomento del contenuto in modo chiaro;
- inserisci 1 o 2 parole chiave;
- elimina le stop word (congiunzioni, preposizioni, articoli);
- usa i trattini per separare le parole;
- evita i caratteri maiuscoli;
- non inserire date;
- tieni alla larga elementi superflui o generici (es. tuosito.it/dir/290/pr/x/pagina.php).
Il tuo sito o blog contiene url poco chiare? Don’t panic! Puoi riscriverle attraverso la procedura dell’url rewriting: ci sono programmi per farlo in autonomia. In alternativa, chiedi supporto al tuo webmaster. La cosa importante da ricordare in questa antipatica evenienza (parliamo per esperienza personale): quando cambi un indirizzo web ricordati di reindirizzare le pagine vecchie a quelle nuove tramite il redirect 301 per non perdere visitatori!
Titoli e sottotitoli
Proseguendo con gli elementi visibili agli utenti passiamo ai tag H1 e H2, ovvero titoli e sottotitoli. Questi tag permettono di suddividere il testo in blocchi ed evitare così quei noiosi muri di testo che (ripetiamolo in coro) non piacciono né ai lettori né ai robot. Usando titoli e sottotitoli tra un blocco e l’altro aiuti a reperire le informazioni più pertinenti e interessanti nel minor tempo possibile.
Mentre per i sottotitoli non ci sono vincoli particolari, ricordati che il titolo H1 deve:
- includere la parola chiave principale;
- non superare i 70 caratteri;
- riassumere (con brio) il contenuto della pagina senza strafare né creare aspettative che poi saranno disattese.
Se il tuo contenuto supera le 1500 parole, oltre agli H2 valuta di integrare anche H3 e H4 nel rispetto dell’ordine logico e gerarchico delle informazioni: parti da quelle più importanti, sviluppa il contenuto e termina con gli approfondimenti.
Title tag
Hai presente quando resti ammaliato da un titolo incisivo e accattivante? Ecco, il corrispettivo digitale è il title tag; un metadato che Google analizza per capire se è pertinente con una certa chiave di ricerca, da non confondere con il vero e proprio titolo dell’articolo. Il title tag infatti non appare all’interno del contenuto di una pagina, ma si può vedere nel browser e nei risultati SERP. Facciamo un esempio pratico:
Se il tuo sito è su WordPress, puoi compilare con facilità questo campo installando il plugin Yoast SEO. Il consiglio è quello di creare dei title tag concisi (max. 70 caratteri spazi inclusi), esplicativi e coerenti con il contenuto della pagina, senza dimenticare di includere la parola chiave principale individuata. A completamento dell’opera, aggiungi sempre anche il tuo brand: posizionalo a destra e lascia la parola più importante a sinistra. Unica eccezione a questa regola è la home: qui è meglio dare più enfasi al brand e quindi lasciarlo a sinistra.
Meta descrizione
Nei risultati di Google, sotto al title tag appare una porzione di testo (un altro attributo html) che descrive il contenuto della tua pagina: la meta descrizione. Anche questo elemento è un metadato che trovi solo nel codice.
Rappresenta una piccola anteprima, un concentrato della pagina utile per far capire ai robot e alle persone cosa troveranno cliccando sul link.
Una buona meta descrizione aumenta la percentuale dei clic sul link (CTR) e quindi può aiutare il posizionamento. Come sopra, per compilare il campo puoi usare il plugin dedicato alla SEO. Per sfruttare al meglio questo elemento:
- scrivi un testo accurato e accattivante;
- connettiti alle emozioni e ai bisogni degli utenti;
- inserisci la parola chiave senza forzature;
- resta sui 130- 150 caratteri di lunghezza;
- aggiungi una CTA o offri un vantaggio;
- verifica l’anteprima su dispositivi fissi e mobili prima di pubblicare.
Link interni ed esterni
Cerca di collegare le pagine del tuo sito o blog in base alla pertinenza tra gli argomenti trattati. Se vendi gioielli artigianali e scrivi un blog post su “come abbinare più collane” potrai linkare quel post alle pagine del tuo e-commerce relative agli articoli che nomini.
Trova fonti esterne utili e autorevoli che possano dare un valore aggiunto al tuo contenuto. Se gestisci il sito di un bed & breakfast e hai una pagina dedicata alle attività da svolgere in zona, puoi linkare al calendario aggiornato dell’azienda di promozione turistica locale. Effetti indesiderati: i link esterni rappresentano occasioni per far uscire i lettori dal sito, quindi usiamoli nella giusta misura.
Immagini
Che si tratti di “copripiumino matrimoniale” o “occhiali da sole per bambini” sarà capitato anche a te di cercare per immagini, un modo pratico e rapido per esaminare le informazioni desiderate. Google infatti capisce l’oggetto delle immagini usando i contenuti della pagina, gli algoritmi di visione artificiale e il testo alternativo.
Ecco perché è importante nominare correttamente le immagini e compilare l’attributo alt (alternativo) concentrandoti su contenuti informativi e pertinenti che comprendano la parola chiave principale senza forzature. In questo modo migliorerai l’esperienza dell’utente e di conseguenza porterai un traffico di qualità maggiore sul tuo sito.
Se hai già caricato immagini con nomi difficilmente comprensibili come “IMG384798479.jpg” dovrai scaricarle, rinominarle e poi caricarle nuovamente. Un lavoro da certosino ma indispensabile. Per maggiori approfondimenti sul tema ti consigliamo di salvare questo articolo “Best practice per la SEO di Google Immagini”.
Conclusioni
Come accennato all’inizio, i fattori che influenzano il posizionamento sono davvero tanti e in continuo aggiornamento (dai un’occhiata ai fattori di ranking 2022) quindi va benissimo conoscere le basi della SEO on-page ma, in caso di bisogno, meglio avere dei professionisti di riferimento.
Nel darti appuntamento al prossimo blog post, ti ricordiamo che se vuoi supporto per la tua strategia di comunicazione puoi contattarci via email info@progettopuntoevirgola.it o tel 347/5307812.