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WMF 2023: cosa abbiamo imparato

Il nostro racconto semiserio sulla trasferta riminese dedicata all’innovazione digitale e non solo
WMF 2023

WMF 2023: cosa abbiamo imparato

Era da tanto, troppo tempo che non partecipavamo insieme a un evento di settore dal vivo. Il WMF 2023 è stata l’occasione ideale per riprendere le abitudini pre-pandemia e fare il pieno di spunti per le nostre penne e i nostri cervelli.

Ma cosa abbiamo imparato all’edizione appena conclusa del We Make Future di Rimini? Beh, gli stimoli e gli approfondimenti non sono davvero mancati e li condividiamo in questo racconto dal tono semiserio. Un approccio che rispecchia lo spirito del WMF e il suo inconfondibile mix di cultura, formazione e divertimento. 

Nella prima parte di questo articolo, quindi, troverai quelli che per noi sono stati gli spunti più salienti del WMF 2023 perché possano essere d’ispirazione anche per te. Nella seconda, invece, scoprirai qualche dietro le quinte della nostra trasferta riminese. Buona lettura!

Cos’è il We Make Future e perché è così importante 

Ripetiamo spesso ai nostri clienti di non dare mai per scontato cosa si nasconde dietro agli acronimi, specie se di settore. Vale anche per noi. Ecco perché iniziamo col rispondere alla domanda “cos’è il WMF?”: nato come Web Marketing Festival nel 2014, il WMF è diventato We Make Future nel 2021 e per spiegare di cosa si tratta attingiamo alla definizione che troviamo sulla Home del suo sito.

Una piattaforma globale per la costruzione del futuro. Un acceleratore di cultura, formazione e innovazione che opera come strumento al servizio della società mettendo in connessione l’Italia e il mondo”. 3 giorni, più di 60.000 presenze e di 670 espositori in 10 padiglioni fieristici, oltre 1000 speaker provenienti da ogni parte del mondo, 90 stage e più di 100 eventi in “un format unico che abbina area fieristica, formazione, incontri B2B, networking, cultura, concerti, show e intrattenimento”.   

Wow! Ti possiamo garantire che la manifestazione nata dalla mente di Cosmano Lombardo e organizzata dal 15 al 17 giugno 2023 alla fiera di Rimini da Search On Media Group è stata all’altezza delle aspettative. Iniziamo a svelarti qualcosa di più. 

Gli stage a cui abbiamo partecipato 

  • SEO Audit step by step: individuare tutte le aree critiche del sito, da quelle tecniche a quelle strategiche, Giuseppe Liguori;
  • La nuova era inflativa dell’Ai generativa, Cosimo Accoto;
  • Dall’intelligenza artificiale alla comunicazione artificiale, Elena Esposito;
  • Dammi i tuoi dati e ti dirò che fare, Tatiana Schirinzi aka La scribacchina;
  • How to leverage Machine learning & AI for your small business, Maria Yolanda Bill Slang;
  • Come utilizzare lo storytelling nel B2B, Hans Renzler;
  • Allucinazioni e fact checking nei modelli di linguaggio, Alessio Nittoli;
  • L’arte e la scienza di prendere decisioni: come si crea una digital strategy, Jacopo Matteuzzi;
  • Best Ads are Stories – Dal cacao meravigliao ai reel di Tik Tok, come è cambiato lo storytelling, Cristianio Carriero;
  • Professionista della Guest e Customer Experience, Nicola Bolzan e Alberto Tita;
  • Prezzo psicologico – Il neuromarketing applicato al listino prodotti, Andrea Saletti;
  • Impariamo a parlare in modo diverso?, Papà per scelta, Momo Bayed, Francesca Vecchioni, Laura Gusmeroli;
  • B2B Il lato oscuro del digital marketing, Francesco De Nobili; 
  • Empowerment femminile e riduzione del gender gap, Lucia de Grimani;
  • Rainbow washing e aziende friendly, Antonio Rainò;
  • Strategie digitali e UX design: creare prima di progettare, Luca Orlandini e Matteo di Pascale;
  • Le parole dell’inclusione, Luciana Laurentis.

Si tratta di alcuni degli open stage del 16 e del 17 giugno ai quali abbiamo alternato incontri con professinistə del nostro settore ed espositori presenti in fiera, presentazioni di libri, performance sul main stage e sui tanti altri palchi del WMF 2023. 

Se ti stai chiedendo perché la nostra 3 giorni riminese in realtà sia durata 2 giorni, sappi che il 15 giugno avevamo fissato la consegna dei testi di un sito per un nostro cliente. Siamo partite solo dopo aver avuto un primo riscontro, ma di questo ti parleremo in seguito. Ora è il momento di capire cosa ci è rimasto della sfilza di interventi che ti abbiamo appena elencato.

Cosa abbiamo imparato al WMF 2023 di Rimini

È tutta un’altra storia: una bella storia!

Questa non è stata la nostra prima volta al WMF: avevamo già partecipato alle edizioni del 2015 e del 2016, quando ancora si chiamava Web Marketing Festival. Entrambe non ci avevano deluse, anzi! Solo che era tutta un’altra storia: l’evento era molto più piccolo, il mondo del digitale non aveva ancora subito l’enorme spinta dell’era Covid, su Instagram vigevano ancora i filtri e Tik Tok non esisteva. Per non parlare di quanto eravamo diverse noi e il nostro modo di lavorare.  

Per prima cosa, quindi, il WMF 2023 ci ha messe di fronte a una trasformazione: la sua, la nostra, quella del digitale e di una società intera. Una trasformazione che conoscevamo bene ma che qui abbiamo toccato con mano su larga scala: il We Make Future 2023 ha saputo accogliere, esprimere e inglobare i mutamenti di un presente tanto incerto quanto ricco di opportunità. Da qui la sua sorprendente capacità di guardare al futuro

Una grande ricchezza nonché lo slancio che ci serviva per uscire dalla nostra zona di comfort e continuare a formarci e confrontarci con chi sa accogliere il flusso dell’incessante divenire della società globale. Una bella, bellissima storia!

Se l’AI è in mezzo a noi, tanto vale usarla

Il fulcro di molti degli stage formativi del We Make Future di quest’anno verteva intorno all’intelligenza artificiale. Era prevedibile non solo per l’avvento di piattaforme come Chat GPT, Bing Chat o Mid Journey, ma anche perché il WMF 2023 ha accolto l’evento internazionale di riferimento sul tema: lAI Global Summit. Bene, cosa ne abbiamo dedotto? 

Che gridare al lupo al lupo senza testare lo strumento è rischioso perché la rivoluzione è già in atto. È vero: il dibattito è intenso e ci sono numerose zone d’ombra sugli sviluppi dell’AI. Ma se imparassimo a usarla e “addomesticarla” per migliorare ciò che facciamo andando oltre la paura del “ci ruberà il lavoro”? Il WMF 2023 si è focalizzato proprio su questo: sulle straordinarie opportunità legate all’uso consapevole ed etico dell’intelligenza artificiale.

Elena Esposito, per esempio, ha affrontato la questione nell’intervento “Dall’intelligenza artificiale alla comunicazione artificiale” stabilendo un parallelismo più che mai significativo: come Platone aveva paura che la scrittura alfabetica cancellasse la memoria (Fedro), così noi oggi temiamo che l’AI ci porti via qualcosa in quella che consideriamo la sede della nostra memoria, la comunicazione. Occorre quindi un cambio di prospettiva che ci permetta di considerare Chat GPT, per esempio, come partner comunicativo. 

Se ti va di approfondire: 

  • Comunicazione artificiale – Come gli algoritmi producono intelligenza sociale di Elena Esposito (BUP edizioni);
  • AI Power – Non solo Chat GPT: lavoro, marketing futuro di Cosmano Lombardo, Giorgio Taverniti, Paolo dello Vicario e Filippo Trocca (edizioni Hoepli).

La strategia va messa al primo posto

Sulla scia delle riflessioni suscitate dall’avvento dell’AI, Jacopo Matteuzzi si è domandato cosa resta del digital marketing nell’intervento “L’arte e la scienza di prendere decisioni”. La sua risposta è stata questa: se la velocità dell’intelligenza artificiale nel processare i dati e fornire risposte (anche sorprendentemente adeguate!) è irraggiungibile per qualsiasi essere umano, la strategia resta “cosa nostra” e quella può davvero fare la differenza. Detto altrimenti:

“L’AI ridurrà drasticamente l’operatività umana rendendo la strategia ancora più importante a qualunque livello”.

Ma cosa intendeva Jacopo Matteuzzi per strategia? L’arte e la scienza di prendere decisioni a partire dalla diagnosi, per arrivare alla pianificazione dinamica di obiettivi, risultati, tattiche, task, KPI e infine all’esecuzione coerente. Un percorso fatto di scelte consapevoli, coraggio (anche di non fare qualcosa) e di capacità di saper interpretare i segnali che vediamo lungo il cammino. Grande Jacopo!

Dobbiamo connetterci meglio agli altri grazie alle storie

Da un intervento affollatissimo a un altro pieno zeppo: parliamo di “Best Ads are Stories” tenuto da Cristiano Carriero. Una vera full immersion nei meccanismi della pubblicità e dello storytelling per arrivare alla conclusione che “le più belle pubblicità di sempre (quelle di cui ci è rimasta in testa una frase tipo “Ciribiribì”, “Two gust is megl che uan” o “Se non ti lecchi le dita godi solo a metà”) non sono pubblicità: sono storie. 

Ma attenzione: lo storytelling non è un vezzo o un ornamento per rendere più accattivante un contenuto. È “una risposta alla necessità di connettersi in modo unico con i propri pubblici“, altrimenti è solo un gioco a chi urla più forte. Per riuscire in questa operazione, in un mondo di contenuti sempre più simili e “tiktokizzati”, ecco i 10 consigli di Cristiano Carriero per raccontare meglio oggi:

  1. lo storytelling non inizia mai con c’era una volta, ma in medias res (in mezzo alle cose, all’azione).
  2. Il prodotto non è mai il protagonista, ma sempre l’oggetto magico.
  3. Prendi un taccuino (o le note del telefono) e scrivi qual è il tuo obiettivo: far commuovere, far ridere, avere una risposta velocemente o convincere qualcuno a comprare qualcosa?
  4. Ricordati che le storie hanno un luogo e un tempo. Più sono specifici più sono Immersive.
  5. Non c’è bisogno di un nemico, ma di un antagonista sì.
  6. L’originalità è data da forma più contenuto.
  7. Generazioni diverse, linguaggi diversi. Prova a rileggere il tuo testo scritto per la Boom Generation e a scriverlo per la generazione Z.
  8. Stai lontano dalla tentazione dell’iperbole.
  9. Sì all’aneddoto, no all’aneddotica esasperata.
  10. Ricorda che lo storytelling è iper-narrazione. Quando pensi di averlo già detto è molto probabile che nessuno lo abbia già letto.

Se ogni persona è diversa, anche il linguaggio deve poter esprimere la diversità

Ed eccoci arrivate a un altro tema caldo del WMF 2023: diversità e inclusione. Un tema che ci sta molto a cuore e che, nel linguaggio, non può di certo essere limitato all’uso della schwa o di un asterisco. La questione è molto più complessa e sottile perché comprende tutti i tipi di diversità: di genere, di orientamento sessuale, di abilità fisiche e intellettive, di età, di caratteristiche fisiche, di credo religioso o di etnia. Come regolarsi?

Nell’intervento “Come parlare in modo diverso”, i 5 relatori hanno puntato l’accento sulla necessità di andare oltre gli stereotipi per parlare di diversità in termini autentici e trasparenti. Per riuscirci è fondamentale sia l’ascolto sia il lasciarsi consigliare da chi conosce veramente il tema della diversità, come Francesca Vecchioni, presidentessa dell’associazione no profit DiversityLab.

Luciana Laurentis in “Le parole dell’inclusione”, invece, ha presentato una serie di esempi di testi scritti in modo tutt’altro che inclusivo: con tanto di anglicismi, parole latine, linguaggio piatto e stereotipato. Ne riportiamo uno su tutti: “Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-COV-2 nell’ambito dei servizi educativi per l’infanzia gestiti dagli enti locali, da altri enti pubblici e privati, e delle scuole dell’infanzia statali e paritarie a gestione pubblica o privata per l’anno scolastico 2022 2023.”

Aiuto! È un esempio lampante di un testo con un tono di voce burocratico e istituzionale che allontana i lettori da qualsiasi genere di comunicazione. Ma allora cosa significa davvero inclusività? Inclusività significa abbracciare la diversità, combattere il linguaggio abilista, comunicare in modo più consapevole, lasciare la possibilità e gli strumenti per decidere come raccontarsi al mondo, chiedere, sperimentare e capire l’effetto che fa. Ricordiamocelo, tuttə!

Una virgola può fare la differenza

Se sei arrivatə fin qui, vuol dire che hai letto l’ultima frase del paragrafo precedente. Ecco: sappi che l’abbiamo scritta su calco di un’espressione che compariva ovunque al WMF 2023: we make the Future, together. È quella virgola a trasformare il nome della manifestazione nel suo emblema: un invito a realizzare un futuro diverso insieme, a collaborare e partecipare tuttə alla realizzazione di un futuro migliore e più inclusivo.

Cosa abbiamo imparato fuori dal WMF 2023

Concludiamo il racconto della nostra trasferta riminese con la parte più scherzosa della nostra storia. Ecco qualche dietro le quinte sotto forma di cosa abbiamo imparato fuori dal WMF 2023.

  • La via più veloce a volte è la più lenta: abbiamo impostato il navigatore sul percorso più veloce in termini di chilometraggio ma in realtà si è rivelato molto più lungo del previsto. Viareggio-Rimini 4 ore e mezza invece di 3!
  • Tornare sui propri passi può essere molto piacevole: quando abbiamo deciso di partecipare al WMF 2023, ci siamo dette: “perché non tornare nell’appartamento che affittammo nel 2015?”. Ci abbiamo provato e, sorpresa, era libero. Quando siamo arrivate, ci hanno accolte come delle ospiti speciali, con tanto di dolcetti vegani e senza glutine fatti in casa dalla mamma: tanta gratitudine! Grazie a Jacopo e alla sua famiglia per averci riservato un’accoglienza tanto attenta e affettuosa.
  • A Rimini si può dormire con la coperta di lana anche a giugno: sembra incredibile ma è così e se te lo dice la metà di Punto e Virgola (la Paola) che ha caldo anche d’inverno, ci devi credere!
  • Uscire dalla zona di comfort è sempre un arricchimento: nel corso delle giornate passate davanti allo schermo del computer, in solitudine, a volte ce ne dimentichiamo e allora subentra l’insicurezza ogni volta che ci allontaniamo dalla scrivania. Manifestazioni come quella di Rimini, servono anche a ricordarci che solo il cambiamento può aiutarci a evolvere come persone e come professioniste.
  • Un giorno in meno vale una soddisfazione in più: come ti abbiamo detto all’inizio, abbiamo rinunciato al primo giorno di WMF 2023 per rispettare una scadenza concordata con un cliente. In realtà, gli abbiamo consegnato i testi del sito con un giorno di anticipo in modo da ottenere un primo riscontro sul lavoro svolto prima della partenza. Il riscontro è arrivato e ci ha confermato una delle nostre convinzioni: il rispetto degli accordi presi è la base per costruire un rapporto di fiducia e fare del nostro meglio. Ecco perché un giorno in meno di WMF ci è valsa una soddisfazione in più da parte di un nuovo cliente.

Ed eccoci arrivate alla fine di questo reportage semiserio. Non sappiamo se ti sia venuta voglia di partecipare alla prossima edizione dell’evento, ma ti possiamo assicurare che qui stiamo già guardando al WMF 2024! 

Grazie per averci lette e alla prossima,

Martha e Paola