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In principio era il blog: un caso di studio, il nostro

Ti raccontiamo com'è andata (veramente) con il blog di Punto e Virgola
come nasce un blog: un caso di studio - Punto e Virgola

In principio era il blog: un caso di studio, il nostro

Diciamolo pure, quando suggeriamo ai clienti di aprire un blog aziendale, dopo i primi entusiasmi a molti si chiude la vena. Eh già, gestire un blog può non essere un gioco da ragazzi: fai ricerca, individua una linea e un calendario editoriale, programma, scrivi, pubblica, condividi, rispondi ai commenti, monitora e ripeti tutto da capo. Un blog richiede energie e concentrazione e, se il tempo a disposizione è poco, è un attimo farsi passar la voglia. Se poi subentra anche l’insicurezza, è facile cadere nel panico e abbandonare l’impresa ancor prima di iniziare.

Come se ne esce? L’obiettivo di questo post è rispondere alla domanda raccontandoti la storia del neonato blog di Punto e Virgola. Queste parole, infatti, corrispondono ai suoi primi vagiti digitali: uè, uè, ueeeeeee… Li senti? Se li senti, e soprattutto se li leggi, speriamo che possano esserti d’ispirazione e d’aiuto se vuoi capire come nasce un blog e iniziare a scrivere i contenuti.

Ma a che ti serve un blog?

Prima di raccontarti com’è andata la nostra storia, è importante ricordare a cosa serve un blog se hai un’attività o sei un libero professionista. Esistono almeno tre buoni motivi per aprire un blog:

  1. il blog è un posto tutto tuo, come un giardino da curare giorno dopo giorno. Se stai pensando “sì, ma io ho già la pagina facebook!”, tieni a mente che le due cose sono ben diverse. I post sui social sono utili, divertenti e immediati ma ricordiamoci che facebook, come gli altri social, non è un canale di comunicazione proprietario e segue logiche che cambiano alla velocità della luce. Il blog, al contrario, è e resterà per sempre di tua proprietà: sei tu a dettare le regole. Con il blog puoi dare voce alla tua passione, mostrare il tuo lavoro, condividere opinioni e progetti, offrire suggerimenti e interagire con chi ti segue. Un posto dove chi non ti conosce può iniziare a farlo. Un posto dove chi ti ama può passare e ripassare quando vuole, soffermarsi, curiosare tra gli articoli e magari scambiare due parole.
  2. il blog aiuta a farti trovare dalle persone giuste al momento giusto. Vuoi perché ci sono persone che non usano i social, vuoi perché ci sono periodi in cui, a seconda degli algoritmi, i post di facebook e instagram rischiano di non comparire alle persone che ti interessano, il blog rappresenta il canale di comunicazione da usare per farti trovare dalle persone giuste. La pubblicazione regolare di nuovi articoli, pensati e scritti per offrire dei contenuti di valore al tuo pubblico, potrà migliorare il posizionamento del tuo sito e aiutare chi ha bisogno dei tuoi prodotti o servizi a capire che sono proprio i tuoi prodotti o servizi a fare al caso suo.
  3. il blog è un’opportunità di crescita non solo perché può aumentare la tua visibilità, ma anche perché potrai usarlo per creare network lavorativi e far nascere collaborazioni. Come? Con post in cui intervisti un esperto del settore, con dei guest post, con post nati per segnalare iniziative altrui. Insomma, qui, oltre a parlare di te, potrai interagire con altre persone e realtà del tuo settore.

Com’è nato questo blog?

Tornando a noi, l’idea del blog ci è sempre piaciuta. Volevamo metterlo online insieme al sito. Volevamo dargli un tocco originale. Volevamo che rispettasse il nostro tono di voce, che parlasse di argomenti che ci stanno a cuore. Volevamo… Potremmo continuare ore a dirti quello che volevamo. Il fatto è che la routine del lavoro ha preso il sopravvento e, quando siamo riemerse, è subentrata una bella dose di ansia da prestazione accompagnata da infiniti dubbi e perplessità.

Scrivere per sé e di sé, infatti, è ben diverso da scrivere per gli altri e degli altri: ci siamo sentite come se ci mancasse la giusta distanza dal nostro progetto e ci sembrava che tutto fosse già stato scritto. Hai presente? Insomma, nonostante l’abitudine di creare articoli per i blog dei nostri clienti, la difficoltà del lavoro su noi stesse si è fatta sentire. E come! I tormentoni che ci hanno perseguitato per mesi sono stati:

  • avremo cose interessanti da dire?
  • riusciremo a seguire tutto?
  • saremo all’altezza delle aspettative?
  • avremo un riscontro positivo?
  • riusciremo a essere costanti?

Dato che le risposte a queste domande oscillavano tra il “no”, il “non sappiamo” e lo “speriamo”, abbiamo capito che stavamo oscillando pure noi e, visto che “la preoccupazione è come una sedia a dondolo: ti tiene in movimento ma non ti porta da nessuna parte”, giravamo a vuoto. Occorreva una piccola dose di coraggio e un aiuto. La prima l’abbiamo cercata dentro noi stesse, il secondo l’abbiamo trovato a Torino. Ora vi raccontiamo com’è andata e come abbiamo iniziato a muovere i nostri primi passi.

Step 1: QUESTIONARIO

La dose di coraggio è arrivata quando abbiamo smesso di girare in tondo, ci siamo fermate e abbiamo iniziato a ritagliarci del tempo. È così che siamo passate dalla teoria alla pratica: ci siamo messe a testa bassa a lavorare su questo blog come se fosse il blog di un nostro cliente e, come primo passo, abbiamo deciso di inviare un breve questionario ai nostri clienti tramite Survey Monkey. Ci è servito per avere un riscontro iniziale sul grado di interessamento alla nostra iniziativa e sulle preferenze a livello di argomenti da trattare. Noi abbiamo usato la scimmia del sondaggio ma se non hai tempo o voglia di usare questa piattaforma, puoi preparare una raccolta di domande su Word o Excel, poi inviarla o consegnarla ai tuoi contatti.

Step 2: STUDIO DEL TARGET

A questo punto abbiamo ripreso in mano l’argomento target, che poi è la base di ogni strategia di comunicazione. Il target, letteralmente “bersaglio”, rappresenta il pubblico al quale ci vogliamo rivolgere ogni volta che decidiamo di aprire bocca online o offline. Sono le persone alle quali vogliamo parlare ed è bene avere le idee chiare su di esse per non rischiare di “sbagliare bersaglio”. Se avevamo già ragionato sul target prima della messa online del nostro sito, ci è sembrato utile tornare sull’argomento per la sensazione che dicevamo poco sopra: far fatica a guardarci dalla giusta distanza. Così, una metà di Punto e Virgola è andata a Torino al workshop organizzato da Guido a Spazio Figo (che è figo di nome ma soprattutto di fatto): lì Enrica Crivello e Ivan Rachieli ci hanno aiutate a metterci nei panni del nostro benedettissimo target.

Questo confronto si è rivelato uno step fondamentale per fare un altro passo verso l’uscita dalle nostre insicurezze e per intuire alcune delle risposte che stavamo cercando. Abbiamo incontrato altri professionisti alle prese con momenti di passaggio. Ci siamo confrontate e sentite meno sole. Abbiamo usato la mappa dell’empatia a coppie: la persona che ci stava di fronte compilava la nostra, e noi la sua. Ecco qui la distanza della quale avevamo bisogno! Questo esercizio ci ha aiutate a circoscrivere dei bisogni specifici e capire che tipo di articoli potevamo offrire, nel blog, per le persone che compongono il nostro target.

Ma cos’è la mappa dell’empatia? È lo strumento ideato da Dave Gray di Xplane per capire meglio i comportamenti e gli stati emotivi del target. Propone uno schema che ha al centro il bel faccione del nostro cliente tipo e intorno sei diverse aree riservate ad altrettante prospettive del cliente: cosa pensa, cosa vede, cosa sente, cosa dice e cosa fa, che sofferenze prova, quali obiettivi e valori lo rendono felice. In realtà noi abbiamo lavorato su una versione semplificata che prevede la compilazione delle prime quattro prospettive elencate, ma il risultato non cambia.

È emerso che il campo dei servizi di scrittura e comunicazione è ancora avvolto da un alone di mistero e qui sta il paradosso: gli argomenti che a noi sembrano triti e ritriti, non lo sono per il nostro target. Questa constatazione, valida per il nostro settore ma anche per tanti altri, ci ha aiutate a non aver paura di affrontare certi temi dal nostro punto di vista e con la nostra voce. Sta proprio qui, infatti, la possibilità di aiutare il nostro target a capire meglio in cosa possiamo essergli utili. Sulla base di tutto questo e dell’iniezione di fiducia che abbiamo raccolto grazie a Enrica, Ivan e ai nostri compagni di workshop, siamo tornate nel nostro ufficio e abbiamo iniziato a lavorare ai veri e propri contenuti di questo blog.

Step 3: PIANO EDITORIALE

Eccoci alla parte più “divertente” del percorso: unendo i nostri interessi alle risposte del questionario, ai bisogni emersi con la mappa dell’empatia, ai dati rintracciati sul sito e sui social, abbiamo isolato una serie di argomenti da trattare per aiutare, intrattenere, informare il nostro pubblico. Poi li abbiamo messi a calendario e abbiamo creato il nostro piano editoriale. Ma veniamo al dunque: cosa troverai in questo blog?

  • Interviste a professionisti della comunicazione digitale e della scrittura;
  • recensioni di libri che leggiamo per lavoro e per ispirazione;
  • aneddoti della vita da copy, copy-che? Copywriter;
  • consigli per comunicare meglio online e offline;
  • aggiornamenti sul mondo della comunicazione;
  • i nostri progetti in veste di portfolio.

Avere un piano è utile per gestire meglio la comunicazione ma ricordati anche che:

“ Il piano editoriale è importante ma non deve condizionare troppo. Avere un piano aiuta a organizzare le idee e pianificare il lavoro nel tempo ma i piani si fanno e si disfano a seconda delle necessità del momento, degli imprevisti o delle novità.”

Ora tocca a te!

Se anche tu vuoi aprire un blog, ecco una serie di consigli in veste di tabella di marcia.

Cosa fare?

  1. Dai un’identità al tuo blog: trovagli un nome o, nel caso di un blog aziendale, cerca di connotarlo di una sua caratteristica specifica. Per farlo noi abbiamo puntato sull’espressione “punti, spunti e punti e virgola”, che strizza l’occhio al mondo della punteggiatura e suggerisce da subito di cosa parleremo nel nostro tono di voce.
  2. Trova gli argomenti che incuriosiscono il tuo pubblico, quelli che interessano a te e cerca il giusto bilanciamento tra i due. Di questo abbiamo parlato poco sopra, ma ci teniamo a ricordare ancora una volta l’importanza di metterti nei panni dei tuoi lettori e potenziali clienti.
  3. Fai una scaletta di possibili titoli e integrala con il resto della tua comunicazione programmata: social, sponsorizzate, altre forme di pubblicità.
  4. Pianifica i post per i prossimi sei mesi.
  5. Scrivi, riscrivi e revisiona! Se arriva un momento in cui ti accorgi di non riuscire più a “vedere” i tuoi testi, lasciali decantare per un po’ e torna a leggerli (ad alta voce) a distanza di qualche ora o il giorno dopo. Ti aiuterà a riattivare un sano occhio critico.
  6. Prevedi gli imprevisti: sii pronto a modificare la rotta a seconda delle esigenze.
  7. In fondo ma non infine, attenzione a grafica e layout: noi ci siamo affidate alla nostra web developer di fiducia perché… A ognuno il suo lavoro.

Tirando le somme, siamo entusiaste e sollevate che questo nuovo progetto sia partito! Abbiamo trovato la risposta ad alcune delle domande iniziali, per tutte le altre rimaste in sospeso, continueremo a metterci in gioco ricordando che la perfezione non esiste. Siamo grate di poter fare questo lavoro e speriamo di poter ispirare altri a credere nel potere delle parole.

Se hai letto fino a qui e hai sopportato le nostre paturnie su come nasce un blog, ti ringraziamo e aspettiamo il tuo commento. Se poi all’idea di aprire un blog aziendale ti si chiude ancora la vena, no problem: scrivi pure a info@progettopuntoevirgola.it